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Topolino in Abissinia

Dalla doppia personale di Invernomuto e Alis/Filliol ospitata nello storico spazio di Via del Vantaggio, sede temporanea della galleria genovese Pinksummer, non ci si deve aspettare un percorso lineare e coerente. L’esposizione, frutto di un dialogo a quattro voci tra le due coppie di giovani artisti, procede per incongruenze, coagulamenti e contrazioni. Vi si legge, quasi in sottofondo, un fine elogio all’incoerenza, alla labilità delle categorie normative, storiche e ideologiche.

Non è un atto di ribellione, né un gesto dissacrante di diniego. Non è la forza della negazione quella che viene esibita, bensì la capacità di riflettere sulla ciclicità, la pervasività e la permeabilità di una Storia che è sempre contemporanea, la quale si compone di sovrapposizioni, slittamenti e anacronismi. Movimento che non è semplice ripetizione karmica, ma un susseguirsi dialettico di congiunzioni e disgiunzioni, riprese e abbandoni, di incessanti mutamenti epistemologici. È, dopotutto, l’influenza del pensiero post-moderno a determinare oggi le direzioni analitiche e i discorsi valutativi in un «eterno presente» che si caratterizza per la compresenza di tempi eterogenei, una commistione aggrovigliata di unità temporali compenetrate e interagenti.

Invernomuto e Alis/Filliol, The Ifth of the Oofth, 2017. Installation view.

Anche in ambito museale (si pensi alle recenti sperimentazioni allestitive) e accademico (l’eccessivo specialismo e la svalutazione di testi prima considerati imprescindibili strumenti di apprendimento) si ravvisa una sempre maggiore tendenza alla decostruzione - spesso solo distruttiva - delle maglie cronologiche e tassonomiche che sostenevano ogni possibile pensiero critico. L’imperativo è quello di vivere i tempi, non di vivere nei tempi, a vantaggio di una concezione meno passiva e più dinamica dell’attualità.

Dichiarata fonte di ispirazione delle basi concettuali su cui si innesta la mostra è la nozione di “melancholia”, coniata dal teorico inglese Paul Gilroy (considerato uno dei massimi esperti nel campo degli studi post-coloniali) per descrivere gli effetti causati dalle tracce residuali che gli eventi storici, specie quelli traumatici, lasciano dietro di sé; frammenti che mantengono in potenza tutta la portata significante del fatto per poi sprigionarla, periodicamente, in seguito alla sua riattivazione, coscia o inconsapevole. Gilroy parla di una memoria sociale che sopravvive in grumi e agglomerati, similmente al concetto di engramma, inteso dal suo ideatore Richard Semon come un’impronta mnestica impressa nella materia cerebrale da esperienze passate.

La Storia viene calpestata, letteralmente. Due moquette, su cui sono stampati dei rilievi tecnici che rappresentano l’Aeroporto di Ciampino e l’Altare della Patria, rimandano alla visita in Italia dell’ultimo Re di Etiopia Haile Selassié, avvenuta nel 1970, quattro anni prima della sua definitiva deposizione (la prima era avvenuta ad opera delle truppe fasciste durate le fatue campagne di conquista dell’Africa Orientale). Una mano guantata sembra essere protesa in un gesto conciliante. Niente di più fuorviante: è Topolino che, trasformato in odioso mezzo di propaganda, è ansioso di imbracciare le armi contro il nemico, come recita una canzonetta xenofoba in voga durante il Ventennio.

Invernomuto e Alis/Filliol, The Ifth of the Oofth, 2017. Detail

Sui tappeti s’innalzano esili aste metalliche che sorreggono figurine antropomorfe in cernit, esperimenti plastici dalle fattezze abbozzate che nella loro deformità e sospensione creano un curioso gioco relazionale: bisogna avvicinarsi ad esse, girarci attorno e scrutarle attentamente per poter dare un effettivo significato alla loro presenza. Sulle pareti sono appesi invece dipinti di piccole dimensioni, una fotografia sfocata e un calco in scala della Val di Susa realizzato in poliuretano. Tutto è teso alla riduzione dimensionale e alla miniaturizzazione visiva, come se anche le proprietà fisiche fossero soggette alle stesse operazioni di revisione che modificano la percezione dei

fenomeni socio-politici.

Il duo milanese e quello torinese, dunque, esplorano insieme le incongruenze che si annidano negli interstizi dei ricorsi storici e visuali, spaziali e temporali. E lo fanno penetrando la “microfisica” dei rapporti strutturali, alla scoperta di unità minime così discrete da essere in realtà le fondamenta di qualsiasi sforzo interpretativo.

Pinksummer [Roma, Via del Vantaggio 17/A]

pinksummer.com

The Ifth of the Oofth

INVERNOMUTO & ALIS/FILLIOL

07 febbraio - 25 marzo 2017


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