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Quello che avanza

“Dar vita a qualcosa che mostri, in maniera non cronologica ma logica, opere lontane e vicine, pensieri passati o futuri, tramite opere ma anche forme abbozzate, progetti, lettere, video, e tutto quanto ha guidato e segna il mio lavoro. Volevo vedere tutto ciò scivolare a pelo d’acqua, come fa l’olio”. Così Alfredo Pirri spiega la genesi di un percorso fra le origini della sua opera che si configura come un viaggio nella sua poetica dagli anni ‘80 ad oggi. Il prodotto di questa ricognizione è visibile grazie alla mostra RWD – FWD, curata da Ilaria Gianni, inauguratasi il 16 novembre presso gli spazi del suo nuovo Studio/Archivio romano in Viale dei Consoli 73 e conclusasi il 25 gennaio.

A chiusura dell’esposizione, la Nomas Foundation apre le sue porte su Quello che avanza, ultimo lavoro dell’artista. Pirri usa gli spazi della fondazione, promotrice di RWD – FWD, per indirizzare nuovamente la nostra attenzione sul dialogo fra passato e futuro, presentando una mostra che si costituisce di ciò che resta (ciò che appunto avanza) di molteplici progetti, di ciò che si innesta all’interno della sua costante ricerca sulla luce e sul colore; ma contemporaneamente anche di una riflessione che avanza, di immagini che si ripropongono in forma del tutto nuova.

Alfredo Pirri, RWD - FWD. Installation view, Nomas Foundation. Photo by Giorgio Benni

L’opera si compone di 144 stampe realizzate con la tecnica della cianotipia; di esse 130 sono tratte da negativi di fotografie scattate dall’artista nel corso degli anni gli anni, mentre le restanti 14 sono il risultato della diretta disposizione di piume sui fogli trattati chimicamente ed esposti ai raggi UV. Entrando negli ambienti della fondazione entriamo nel laboratorio dell’artista: i grandi negativi sono poggiati su un tavolo, mentre a terra la vasca utilizzata per il procedimento di realizzazione delle cianografie è ancora cosparsa di piume.

La sala delle stampe è invece di grande impatto visivo, inondata da diverse gradazioni di blu. Le sagome più o meno definite rivelano giochi di pieni e di vuoti che si invertono, e lo scotch bianco sul pavimento diventa una non meglio identificabile striscia blu su foglio bianco; il fascio di luce che attraversa una tenda macchia il foglio di un alone d’inchiostro, il pigmento si fa incrostazione, accumulo di polvere. Una più vasta serie di figure vegetali, poi, ci riporta alla mente l’opera di Anna Atkins, botanica e fotografa che nel 1843 pubblicò quello che viene considerato il primo libro illustrato da immagini fotografiche: Photographs of british algae: cyanotype impressions, una raccolta di studi sulla flora realizzati proprio con la tecnica della cianotipia. In questo spazio avvolto e avvolgente ha preso posto durante la serata d’inaugurazione il contrabbasso del musicista Daniele Roccato, il quale ha reso ancor più immersiva l’esperienza.

Alfredo Pirri, Quello che avanza, 2017. Installation view, Nomas Foundation, Rome. Photo by Giorgio Benni

Quello che avanza farà in seguito parte della personale di Pirri che si aprirà in aprile presso il Macro Testaccio come terza tappa del progetto I pesci non portano fucili, in cui l’artista, omaggiando l’opera The divine invasion dello scrittore statunitense Philip K. Dick, invita a vivere la città come fosse “acqua viva” attraverso la creazione di forme più fluide di collaborazione. Il progetto coinvolge infatti, oltre allo spazio privato della Nomas Foundation, le due istituzioni del Macro e del Maxxi.

Ciò che si propone è così un programma di connessioni spaziali e temporali in cui qualcosa resta e qualcosa sta invece per arrivare.

L’esposizione di Quello che avanza, ideata dapprima come evento limitato alla serata del 25 gennaio, sarà invece visitabile fino al 15 febbraio.

Nomas Foundation [Roma, Viale Somalia 33]

nomasfoundation.com

Quello che avanza

ALFREDO PIRRI

25 gennaio - 15 febbraio 2017

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