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La punta ed il pennello

“Come se fossi appena giunto a Roma, e trovassi una immensa città sotto la pioggia,

con quartieri sconosciuti e inconoscibili, di cui si sanno leggende.”

Pier Paolo Pasolini

I colori di Roma sono solo suoi, e di chi come Valeriano Ciai ha saputo coglierne le armonie cromatiche e luminose. La Roma di Trastevere, il Ponte Sisto, i nuovi aeroporti, tutta la storia sensibile al cambiamento della Città Eterna si rispecchia nelle opere dell’artista scomparso nel 2013.

Oggi gli viene reso omaggio attraverso la mostra Valeriano Ciai, Opere Grafiche allestita in contemporanea presso il MLAC - Museo Laboratorio di Arte Contemporanea e il Museo di Roma in Trastevere, dove le opere pittoriche dell’artista sono esposte in un ulteriore percorso che ne illustra sapientemente la carriera artistica (Valeriano Ciai, 1928-2013, Segni e Memorie).

Valeriano Ciai, Città. Incisione

L’irrequieta grandezza che anima le figure umane desolate, sole nonostante la moltitudine di segni, arricchiscono la produzione grafica dell’artista, che oltre alla pittura si cimenta con la calcografia.

La matrice intagliata, il mestiere dell’artigiano che paziente esegue l’incisione per donare alla composizione la giusta vibrazione. Le opere di Ciai sono poesie vibranti, toccano le corde della memoria prima ancora che la vista.

Nelle opere pittoriche la pennellata si espande lenta, come per scavare nei ricordi lontani, frammenti del vissuto umano e personale che riaffiorano e si colorano delle tonalità tipiche dell’alba, facendosi spazio pian piano, soffuse e mai invadenti, con la loro corposità materica.

Valeriano Ciai, Figure. Tempera

Il segno incisorio è al contrario più prepotente, si aggroviglia e poi si scioglie, genera pieni e vuoti che saltano agli occhi per mostrare corpi piccoli ma maestosi nella loro solitudine. Un sogno mitico rimasto irrealizzato.

La città è sfuggente, irriconoscibile nei tratti fulminei; forse non è una città, non è la nostra Roma. Magari è tutto un sogno, reso realistico attraverso la modulazione del segno carico di emotività celata. Nelle opere pittoriche invece il pennello si bagna nelle reminiscenze di Valeriano Ciai restituendo grandiose architetture modulate con armonia.

La brillantezza delle matrici in rame dona risalto ai volti lividi degli uomini, che si fondono con la città alle loro spalle e ne sono posseduti in una danza demoniaca moderna che elimina dal loro volto le espressioni, come una visione così fugace di noi stessi da non permetterci neanche di riconoscerci.

Gli automi meccanici hanno assunto le fattezze di coloro che li tengono in ostaggio, sintomo di una società capitalistica che è dedita solo al lavoro e al corretto funzionamento delle macchine umane.

I tratti marcati dell’incisione calcografica non risparmiano neanche la figura di bambino presente in una delle incisioni, il quale non vuole unirsi al grumo di linee intrecciate alle sue spalle, un vortice che risucchia quello che trova avanti a sé.

Valeriano Ciai, Padre con bimbo. Incisione

Prima di altro le opere di Valeriano Ciai parlano della sua anima, o meglio è la sua anima che si esprime attraverso opere così pregne di significati etici, ma anche così cariche di delicatezza intellettuale e coloristica.

Ed è grazie a entrambi i percorsi espositivi che è stato possibile renderla manifesta.

MLAC - Museo Laboratorio D’Arte Contemporanea [Roma, Piazzale Aldo Moro 5]

Valeriano Ciai. Opere grafiche

VALERIANO CIAI

A cura di Claudio Zambianchi e Alice Mirti

6-28 ottobre 2016

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