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Memory Store

In fondo

al crepaccio dei tempi,

(…)

attende un cristallo di respiro,

la tua immutabile

testimonianza.

Paul Celan , Cristalli di respiro,1965

Le azioni si susseguono scandendo il ritmo di un orologio interno, quasi intimo. Il video procede incalzante, tessendo la trama di una storia ancora sconosciuta a chi ha sepolto la propria memoria sotto un cumulo di banalità.

Decostruirla e riattivarla in modo sempre nuovo è lo sforzo che l’artista israeliana Maya Zack ha deciso affrontare in una trilogia di video che dal 2007 ad oggi sono un’indagine sul tempo, sulla storia e sulla loro fragilità. Nel video presentato alla Galleria MLF Marie-Laure Fleisch, dal titolo Counterlight (2016), la figura femminile protagonista compie azioni inquisitorie, quasi ossessive, ricostruendo la memoria attraverso gesti semplici, metodici, ma di forte impatto emotivo.

L’indagine parte dalla figura del poeta rumeno ebreo Paul Celan, che si avvicina alla lingua e alla letteratura tedesca grazie all’importante figura della madre. Col rigore chirurgico di un’archivista la protagonista taglia, assembla, spilla, analizza fino alla follia i frammenti di alcune sue poesie, frutti della sua vita intima, attraverso la ricerca per ricostruire la storia della madre del poeta che appare nel video in una foto. Una foto antica, un volto austero, quasi un presagio di ciò che dopo qualche anno sarebbe successo.

Una tavola imbandita, forse un’ultima cena: un impasto di pane Challah amalgamato compulsivamente, il forno acceso. Una madre attenta che nelle mura domestiche dà calore alla propria famiglia. Tutto è pronto, per la fine della normalità.

Maya Zack, Counterlight, 2016. Still from video

Ritagli di città, presi da vecchie fotografie, messi in scena come in un teatrino, sono le quinte della vita che la terra coprirà .Terra che viene usata inizialmente dalla protagonista per celare parole ebraiche, ma che viene poi portata via con la mano, come per far riaffiorare dal fango parole di libertà.

Una scrivania, un grande foglio di carta bianco, organi vitali disegnati per cercare di renderli vivi e pulsanti. Quella che solitamente l’ultima a morire ha tradito, il disegno a matita della donna stesa a terra inerme è l’ultimo segnale del fallimento dell’umanità.

La ricerca di Maya Zack cerca di riportare alla luce, o meglio di abbagliare in controluce, una memoria che attraverso il singolo poi scaturisce in qualcosa di condiviso, nei ricordi strazianti privati di emotività e messi in campo come fossero gli elementi di una complessa ricerca fatta di tabelle e cartine geografiche marchiate.

L’immaginazione onirica si mescola agli strumenti della realtà, la storia collettiva a quella privata, attraverso rimandi e tagli cinematografici lucidi e ben studiati per fissare gli occhi dello spettatore allo schermo della galleria per 36 minuti, volati come fossero un fulmineo attimo.

MLF Marie–Laure Fleisch [Roma, Via di Pallacorda 15 ]

galleriamlf.com

Counterlight

MAYA ZACK

19 settembre – 19 novembre 2016


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