top of page

Definitelo, ed è già cambiato*

La mostra The Inadequacy Of Language di Xiaoyi Chen ospitata presso Matèria Gallery si inscrive in un programma espositivo che ha lo scopo di focalizzare l’attenzione su pratiche fotografiche sperimentali in modo da offrire a un pubblico più ampio la possibilità di conoscere le nuove generazioni di fotografi e i loro lavori. La giovane artista cinese Xiaoyi Chen ( Sichuan, 1992), vincitrice nel 2014 del LCC/ Photofusion Prize e nel 2015 del Three Shadows Photography Awards a Pechino, espone per la prima volta in Italia dei lavori estratti dalle due serie Koan e An Infinitesimal Wink.

Xiaoyi Chen, The Inadequacy Of Language, installation view. Photo by Roberto Apa

In The Inadequacy Of Language l’artista crea un dialogo aperto tra le filosofie orientali e l’astrazione di matrice occidentale creando un universo di dettagli indefiniti che sconvolgono il significato della visione suscitando un profondo, per quanto sottile senso di spaesamento percettivo che sembra mettere in crisi ogni certezza riguardo agli automatismi dei modi comuni di guardare il mondo. Un dettaglio ingrandito non appartiene più alla realtà ma diventa astrazione metafisica che rende il frammento quasi irriconoscibile.

Xiaoyi Chen, The Inadequacy Of Language, installation view. Photo by Roberto Apa

Quello che Chen crea con le sue fotoincisioni sono delle sineddoche contemplative scaturite dalla decisione di rappresentare, con un preciso atto di scelta e accurata selezione, una piccola parte di un insieme più ampio sacrificando l’integrità unitaria del tutto attraverso il taglio fotografico e invitandoci a prestare attenzione alla ricerca del nuovo significato da lei conferito per mezzo di questo procedimento di tipo estrattivo . Sono lavori fortemente influenzati dalle filosofie Zen e Tao, dove la natura è sorgente nativa delle cose del mondo, dove il silenzio è fondamentale per la pratica della ricerca di sé, del proprio spirito. Un azzeramento mnemonico che permette di contemplare un universo ancestrale, privo di connotati a noi conosciuti.

Bisogna abbandonare il pensiero razionale che guida nella maggior parte dei casi la nostra visione e lasciarci inebriare dalla pratica contemplativa. E’ sorprendente la novità di elevare un anonimo dettaglio a qualcosa di grande valore estetico e con una carica emotiva a sé stante, che allo stesso tempo rende il riguardante consapevole che si tratti di “qualcosa” derivato da qualcos’altro. L’incapacità di penetrare, di cogliere il mistero di questi “microcosmi” costituisce la magica inadeguatezza del titolo.

Xiaoyi Chen, The Inadequacy Of Language, installation view. Photo by Roberto Apa

Nella serie An Infinitesimal Wink l’artista analizza l’inizio del mondo, la sua componente fondativa, dove un pulviscolo indefinito è simbolo del caos precedente al mondo come noi lo esperiamo. Le sue opere sono scure, crepuscolari, si nutrono di indefinitezza materica che avvolge lo sguardo trattenendolo a sé .

The Inadeguacy Of Language è una mostra fatta di sguardi, dove le parole sono di troppo e non arrivano a descrivere l’esperienza che l’universo ci offre davanti allo spettacolo della natura macrocosmica e delle sue infinite componenti fisiche e spirituali.

* Da una poesia di Nan-ch’uan

Matèria Gallery [Roma, Via Tiburtina 149]

Materiagallery.it

The Inadequacy Of Languace

XIAOYI CHEN

5 maggio – 7 giugno 2016

bottom of page