SCONTRO e SINTESI: una linea da oltrepassare
Fino all’ 11 giugno la Galleria Wunderkammern ospita la prima mostra personale in Italia del poliedrico artista Robert Proch. Nato a Bydgoszcz, in Polonia, inizia proprio nella città natale a realizzare i primi interventi di street art e, una volta diplomato all’Accademia di Belle Arti di Poznan, si avvicina presto anche a modi più tradizionali di fare pittura affiancandoli, inoltre, a produzioni di video-animazione.
Che si tratti di murales dall’estensione ambientale, di acrilici realizzati su tela o di disegni, le opere realizzate da Proch sono denotate da sfondi policromatici e visionari in cui lo sguardo si perde nel tentativo di ricomporre qualcosa di familiare, da ricondurre a un’immagine vista o impressa nella memoria. In queste multiformi ambientazioni è sempre presente la figura umana, che emerge dall’ampio e intricato groviglio nel tentativo, sembra, di voler uscire dalla rappresentazione per entrare nello spazio vitale dell’osservatore.
Exhibition view. Credits: The Blind Eye Factory; Courtesy of Wunderkammern
Così come lo spettatore si sente chiamato a ricostruire l’immagine attraverso una memoria visiva formata da istanti frammentari di esperienze, l’artista, come da lui stesso dichiarato, procede nel suo lavoro senza l’ausilio di fotografie o bozzetti preparatori, in modo che l’opera si possa comporre davanti ai suoi occhi con un processo che, innescato dal ricordo di situazioni di tutti i giorni, a cui ha assistito, dalla mente arriva alla mano.
Astrattismo e realismo sono le due componenti dello stile di questo giovane artista, assimilate in una fusione che, allo stesso tempo, sembra porre all’attenzione un caotico incontro di due tendenze opposte ma anche un’armonica sintesi che riusciamo a riconoscere dopo una lunga osservazione e ricomposizione inconscia.
Astratte sono le componenti dello sfondo urbano, astratte sono le figure umane rese attraverso una scomposizione dei loro corpi; ma queste parti corporee sono altresì rappresentate realisticamente, come realisticamente è reso il caos della città moderna. Sembra un gioco di scomposizione e ricomposizione, in cui è inscenata una convivenza (inizialmente forzata, poi ricercata, fino ad essere desiderata in risposta all'esigenza di raggiungere una serenità interiore) tra umano-naturale e urbano-artificiale.
Gli scenari di Proch sono racconti di una condizione di modernità in cui le persone convivono col movimento e la trasformazione continua dell’aspetto urbano, andando incontro essi stessi a una metamorfosi.
Exhibition view. Credits: The Blind Eye Factory; Courtesy Wunderkammern
Questo eterno incontro-scontro tra esistenza personale ed eventi quotidiani determina una situazione che accompagna la condizione umana: la continua ricerca della libertà bloccata però da un’inerzia che, nelle opere realizzate per la mostra Crossing the line, viene resa attraverso la geometrizzazione di ambienti da cui forme umane più fluide cercano di evadere ma in cui restano come sospese, in un istante congelato tra il fare e il non fare.
Secondo Robert Proch le persone sono influenzate da un’insormontabile routine quotidiana che condiziona le loro vite: c’è una linea da oltrepassare per essere liberi, un filo sottile, un intervallo infinitesimale che separa due condizioni esistenziali, così difficile da scavalcare come fosse un muro, subito prima della spinta vitale decisiva.
Wunderkammern [Via Gabrio Serbelloni 124, Roma]
wunderkammern@wunderkammern.net
Crossing the Line
ROBERT PROCH
a cura di Giuseppe Ottavianelli
16 aprile - 11 giugno 2016