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(Straordinaria irrequietezza)3

Tre nomadi si incontrano dopo un lungo errare. Il luogo di questo ricongiungimento, una cameratesca rimpatriata tra amici, è la Galleria Lorcan O’Neill a Roma, punto di ritrovo e vivace crocevia di idee. I raminghi in questione sono tre artisti per molti versi vicini (anche anagraficamente), ma profondamente diversi nelle singole scelte espressive. Sono italiani, anche se forse solo nelle origini, e le loro identità rispondono ai nomi di Emiliano Maggi, Marco Palmieri e Gianni Politi.

Hanno in comune una città, Roma, dove sono nati o hanno vissuto. Tutti e tre trascorrono parte della loro vita all’estero, dove vengono a contatto con ambienti stimolanti e cosmopoliti. Condividono la medesima tempra, lo stesso impulso fuggiasco, uno spirito gagliardo e inquieto. Una triade di esistenze errabonde ma tutt’altro che incoerenti. Mossi come da una forza centrifuga che li spinge a vagabondaggi pindarici, questi viaggiatori hanno saputo seguire le proprie inclinazioni approdando a linguaggi personali in grado di disegnare una mappa delle principali tendenze dell’arte contemporanea.

Three Romans, 2015. Installation view. Courtesy of Galleria Lorcan O'Neill

Se la mostra vuole essere un incontro, in cui si coagulano affinità di vario tipo (in primis l’ottica internazionale e l’attenzione alla Storia dell’Arte), il loro lavoro si pone all’intersezione tra differenze stilistiche (nelle tecniche e nelle soluzioni mediali) e suggestioni diverse (desunte da un’istruzione composita e soggettivamente metabolizzate) che vanno dai riferimenti colti che occhieggiano alle grandi personalità del Novecento alle contaminazioni con universi contingenti e meno “nobili”: cultura popolare, immaginario cinematografico e materialità extra-pittorica.

Rosso, Giallo, Blu. Le tre tinte primarie per tre personaggi – caratteri e non semplici tipi – così originali e allo stesso tempo così fortemente emblematici. Un po’ istrioni e un po’ silenziosi sperimentatori, scolari diligenti o fantasiosi interpreti, abili cronisti o forse narratori sognanti. Tutto fa colore in questa tavolozza di temperamenti e declinazioni creative.

Three Romans, 2015. Installation view. Courtesy of Galleria Lorcan O'Neill

Marco Palmieri. Giallo squillante e ambiguo. L’immediatezza di un edonismo vivace.

Nato negli Stati Uniti, studia in Inghilterra, prima alla University for the Creative Arts di Canterbury e poi alla Royal Academy di Londra. È stato curatore del Visual Art Residency alla British School in Rome. Nelle sue opere le semplificazioni formali e cromatiche di Matisse incontrano le note evasive della Pop Art inglese e americana dando vita a figure di stampo fumettistico che, pur mantenendo una certa individualità (i titoli richiamano infatti nomi propri come Gordon, Orlando o Melissa), rinunciano alla loro fisicità per mezzo di un linearismo di gusto calligrafico che definisce piatte campiture di colore.

Gianni Politi. Rosso vibrante e cupo. L’irruenza del gesto forgiante.

Studia per un breve periodo Filosofia Estetica a Roma e inizia ad approcciarsi alla pittura fin da giovanissimo. Nei suoi pellegrinaggi tocca New York e Parigi, mentre a Roma ha collaborato con la Fondazione Pastificio Cerere. Nelle sue composizioni astratte Burri e l’Informale materico incontrano l’attenzione per il colore puro propria dell’Espressionismo Astratto, in particolare della colorfield painting, contribuendo alla creazione di scenari irreali in cui la materialità grezza dei frammenti di tela viene messa in discussione da inserimenti aleatori (la contingency della didascalia) come impronte di scarpe e residui di sporco.

Emiliano Maggi. Blu profondo e acquoso. L’instabilità dell’atteggiamento saturnino.

Inizia gli studi all’Accademia di Belle Arti di Roma ma presto li abbandona per trasferirsi a Londra, dove frequenta la St. Martin School. Tornato a Roma frequenta il corso di Costume e Scenografia del Centro Sperimentale di Cinematografia prima di trasferirsi a New York. Nella sua ricerca, che spazia tra arti performative e visive, elementi fantastici si mescolano alle immagini del cinema horror evocando fiabe grottesche che hanno come protagonisti spettrali figure in ceramica smaltata (dei Ghostdancers fatti di materia colante) e incorporee apparizioni dai colori cangianti (i membri di una Ghost Family).

Rosso. Giallo. Blu. Una magica miscela che mantiene intatte le proprietà timbriche. E ne esalta le qualità.

Galleria Lorcan O'Neill [Roma, Vicolo dei Catinari 3]

lorcanoneill.com

Three Romans

POLITI, MAGGI, PALMIERI

24 novembre 2015 - 09 febbraio 2016

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