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INFORMEL, una scrittura del silenzio

La Galleria d’Arte Marchetti, sita nella storica Via Margutta al numero 8, ospita dal 15 Ottobre al 5 Dicembre un’intima retrospettiva dal titolo Per incontrare giochi di luce, incentrata sui lavori di uno dei più interessanti ma meno valorizzati artisti italiani contemporanei, Luigi Boille, scomparso il 15 Aprile di quest’anno.

La mostra espone un cospicuo numero di opere di altissima qualità pittorica, a partire da quelle giovanili fino alle ultime dipinte prima della sua morte. In una delle primissime tele, Mémoire paysage (1945), ad esempio, si riscontra quanto il lavoro di Boille sia una costante ricerca dell’essenzialità ottenuta attraverso l’ espressività e l’individualità di un “segno fluttuante nello spazio”, tratto distintivo e punto di massima sintesi della sua arte fin dagli esordi; egli stesso scriveva: “all’inizio della mia ricerca la materia nasceva da se stessa, e il segno era dentro la materia, era invisibile, non ancora protagonista”[1], quindi si potrebbe dire ancora imprigionato nella materia generatrice che parla attraverso il gesto manuale del pittore.

Luigi Boille, Mémoire paysage, 1954; olio su tela, 50x60 cm

La massa pittorica informale di Boille contiene in sé i segni primordiali, essenziali nella loro asprezza, fa sorgere le contraddizioni interne alla forma in modo tale che essa si manifesti come fenomeno in continuo mutamento. Tale modo di operare aveva incantato anche Michel Tapiè, padre del concetto di Informale, che aveva avvicinato Boille alle conquiste dell’espressionismo americano.

Con l’avvento degli anni ’60, e del prolifico clima artistico e culturale che si viene a creare in Italia e nel resto d’Europa, si registra un nuovo step nelle ricerche pittoriche dell’artista. Il segno si libera in linee di forza che si contorcono, si evolvono e danzano in uno spazio fatto di materia-colore, uno spazio fluido, avvolgente e “barocco”, come una sorta di campo magnetico dove innumerevoli segni ruotano e si sviluppano attorno ad un polo indefinito e si sovrappongono senza sosta, come è possibile riscontrare in Confronto Concreto, 1961 e Senza Titolo, 1960.

Luigi Boille, Confronto concreto, 1961; olio su tela, 146x114 cm

In entrambe l’elemento caotico è la condizione primaria in cui si muovono e interagiscono tra di loro gli elementi del sistema-segno; ogni linea ed ogni curva rappresenta un universo a sé, scomposto e dissociato, è come un “infinito raccolto in una definitezza”; in questa condizione, sta allo spettatore la ricomposizione del pensiero frammentato, determinando un dialogo intimo fra l’artista e colui che guarda, per cui senza l’uno non potrebbe esistere neanche l’altro. La finalità del pittore è quella di generare uno spazio ricettivo per l’osservatore. E’ ancora lo stesso artista a dircelo: “per questo io lo dipingo con due, tre passaggi, uno sopra all’altro, perché tutto questo che può sembrare in una certa misura un po’ inutile, arricchisce il contesto. Cioè la traccia, anche se non si vede più, c’è sempre: questo è il principio della pittura.”[2]

Il mutamento visibile nell’arte di Boille si percepisce nelle sue opere mature, in cui predomina un’estrema sintesi di spazio neutro e segni, i quali si tramutano in due elementi inscindibili, frutto di un processo che, passando attraverso l’esperienza avanguardista giapponese degli anni 70 e l’intuizione orientale di scrittura come immagine, giunge infine agli anni ’90\2000 in cui il segno acquista perfetta autonomia, diventa parola nel silenzio dello spazio e assume una valenza semantica aprendosi in uno spazio infinito che si avvicina allo zen del pensiero estremo-orientale[3].

Appare chiaro, alla fine della mostra, quanto l’arte di questo pittore sia prima di tutto arte del corpo, dell’anima e dello spirito prima di essere arte di coscienza e pensiero; è arte estremamente energica, uno slancio vitale necessario che ci invita a riflettere sullo stato del nostro essere e si propone di “comunicare uno stato dell’essere, di immunità, distacco o contemplazione” (G.C. Argan).

[1] Dal catalogo della mostra a cura di Silvia Pegoraro

[2] Ivi

[3] Ivi

Galleria d'Arte Marchetti [Roma, Via Margutta 8]

artemarchetti.it

Per incontrare giochi di luce

LUIGI BOILLE

15 ottobre - 5 dicembre


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