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Benedikt Hipp: Specchio delle mie brame

La Galleria Monitor ha inaugurato la nuova stagione espositiva con The Educated Monkey, una mostra personale di Benedikt Hipp, in occasione della quale è stato presentato il nuovo catalogo sul lavoro dell'artista realizzato dal Wilhelm-Hach-Museum di Ludwigshafen am Rhein e intitolato Ich habe meinen Augen nicht getraut, auch meinen Ohren nicht / I’ve never trusted my eyes, or my ears.

Benedikt Hipp, Octagon surrounded by white smokers, 2014, oil asphaltlack on Mdf, 240 x 177 cm. Courtesy of Monitor

La mostra si apre con Octagon surrounded by white smokers, un'opera di grande formato che giganteggia all'interno della prima sala. Su uno sfondo color bitume, decorato con girali dalle forme floreali, emerge un ottagono irregolare che attrae lo sguardo dell'osservatore per la sua cangiante luminosità. Sembrerebbe una sorta di specchio che colpito da un ipotetico cono di luce, invece di rifrangerlo nell'ambiente circostante, lo assorbe accentuandone il cromatismo interno. L'osservatore è attirato nel di dentro del quadro, oltre quella soglia sottolineata dalle geometriche ombreggiature dell'ottagono.

L'accesso è però frenato da una seconda forza che, in contrasto con quella attrattiva della luce, coinvolge l'attenzione di chi guarda in una contemplazione catatonica. Lo sguardo che sembrava interrogare la superficie del quadro cercando di trovare il riflesso del proprio occhio, non riuscendo a scorgere alcun riverbero, si rivolge verso sé stesso, verso la contemplazione di sé.

Nelle altre opere in esposizione, di più piccolo formato, compaiono dei volti, o meglio, delle teste. Un volto è composto da un insieme di particolari che contraddistinguono il carattere di un individuo, mentre i soggetti delle opere di Hipp, come in The genuine reduction o A cognition by works, sembrano privi di un'ordinaria caratterizzazione. Schopenhauer, parlando nel libro Il mondo come volontà e rappresentazione, ricorda che «il soggetto della rappresentazione è ciò che tutto conosce, senza essere conosciuto da alcuno[1]». Allo stesso modo i ritrattati di Hipp appaiono come dei soggetti inconoscibili, e se si ponesse all'artista la domanda «Chi è in quel ritratto?» non si avrebbe alcuna risposta. Questi ritratti non si impongono come modelli da emulare, non chiedono all'osservatore un'immedesimazione catartica, quindi poco importa conoscere il nome del soggetto rappresentato. Adesso siamo pronti a sostituire la testa dei ritratti con il nostro volto. Siamo pronti a ragionare su noi stessi, interrogandoci su quali siano le nostre reali fattezze. Siamo ciò che vediamo nel riflesso di un specchio, oppure siamo ciò che gli altri vedono di noi?

Schopenhauer, questa volta in Parerga e Paralipomena, parla dell'uomo come l'unico essere vivente che maschera la sua vera natura apparendo «in quello stato di ammansimento e di domesticità che è detto civiltà[2]». L'Educaded Monkey altro non è che l'uomo che indossa una maschera, è quell'uomo malato di umanità. Fragilità, debolezza, imperfezione, sono tra i caratteri connaturati all'uomo e ai quali esso reagisce guardandosi attorno nel tentativo di trovare un conforto. È allora che si conforma all'altro.

Attraverso Console with pin-body mounted on repetition Hipp mette a fuoco questo gioco di ruoli. La scultura, composta da una struttura cava ricoperta all'interno da circa quattromila chiodi argentati da tappezziere, poggia su una base di polistirolo, cemento e ferro ed è posta all'altezza del volto dell'osservatore. Sembra invitare chi vi si avvicina a specchiarsi immergendo il proprio volto nella cavità. La semi-sfericità dei chiodi impedisce il completo rispecchiamento restituendo allo sguardo un'immagine frammentata, poiché non riflette lo sguardo del volto che vi guarda all'interno, ma simboleggia la pluralità dei punti di vista di chi quotidianamente ci osserva. Capita di vedere qualcuno restare immobile, in attesa di giudizio, mentre altri, facendo un passo indietro, sfuggono il confronto.

[1] G. Reale, D. Antisteri, Il pensiero occidentale dalle origini a oggi, Editrice La Scuola, Brescia 1983, p. 170

[2] Ivi, p. 174

Galleria Monitor [Roma, Via Sforza Cesarini 43-44]

monitoronline.org

The Educated Monkey

BENEDIKT HIPP

16 settembre - 7 novembre 2015


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